Nel pugilato il campione o il fuoriclasse sarebbero quindi caratterizzati da comportamenti motori “originali”

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Ricordiamoci sempre che un individuo che apprende è in primis un individuo attivo e dotato di intenzionalità, discrezionalità e volontà;possiamo dire che questi sono i “requisiti” per far si che si possa apprendere un qualcosa.

Il problema per il  pugile  è quella di individuare le informazioni rilevanti per la scelta della risposta motoria.

È abbastanza ovvio che per poter selezionare la risposta adeguata occorre scegliere, tra i molteplici stimoli che occupano il campo sensoriale, soltanto quelli che sono in grado di convogliare al sistema di elaborazione le informazioni rilevanti per l’atto motorio da svolgere.

Molto più complicato è capire ogni volta quali siano questi stimoli.l’osservazione e l’analisi dei movimenti e delle azioni tipici di ogni sport, Osservando attentamente le prestazioni di un atleta , ci si accorgerà che le principali azioni di attacco e di difesa messe in atto sono quasi sempre anticipate da alcuni segnali che svolgono la funzione di punti critici per prevenire il comportamento dell’avversario, Un fattore che può aiutare a discriminare tra stimolazioni ambientali informative e informazioni inutili o fuorvianti è l’esperienza.

Con il termine esperienza a cui è collegata una forma di “vocabolario di situazioni passate” dell’atleta che si è formato nel corso delle sue precedenti competizioni, e che gli permette di cogliere dall’ambiente o dal comportamento motorio dell’avversario alcuni indici cruciali per la scelta del movimento da effettuare.

C’è  da dire però che questa memoria di movimenti viene messa in confusione se l’avversario produce qualcosa di inusuale (finta) alla nostra vista. Anche in questo caso possiamo rientrare nella terminologia agonistica definendo il comportamento descritto come quello del campione

Nel pugilato  il campione o il fuoriclasse sarebbero quindi caratterizzati da comportamenti motori che, per la loro originalità di esecuzione (strutturale, spaziale o temporale), impedirebbero all’avversario di riconoscere quegli indici cruciali da confrontare con quelli archiviati nella propria memoria di movimenti. Si impedisce così all’avversario di pianificare la messa in atto di un efficace movimento di opposizione.

il cosiddetto talento, tanto maggiore sarà l’ampiezza del repertorio di risposte motorie alle quali può accedere, e tanto sarà ampio il repertorio di risposte, tanto più numerose saranno le situazioni alle quali l’atleta sarà in grado di rispondere in modo vincente.E’ in questo stadio che il pugile decide se è meglio effettuare un passo una schivata decide se tirare a destra o a sinistra dell ‘avversario.

l’importanza di riuscire non soltanto a prevedere il tipo di movimento dell’avversario, ma anche il momento esatto in cui questo avviene.

Dal punto di vista dell’altro dei due contendenti, è invece estremamente importante non far capire al avversario il momento di inizio del proprio movimento, e mantenere alta incertezza temporale.

Incertezza relativa alla risposta: in generale si può affermare che tanti più movimenti l’atleta è in grado di ipotizzare nell’avversario, tante più risposte dovrà essere in grado di preparare e quindi tanto più lungo sarà il suo tempo di reazione.

L’ atleta dovrà infatti determinare la risposta da mettere in atto tra molte alternative e questa decisione ha un elevato costo temporale.

Per poter aumentare la velocità del proprio tempo di reazione, l’atleta dovrà allora ridurre le possibilità di movimento riconosciute all’avversario, diminuendo così anche la scelta delle risposte.

Nonostante questa sia la strategia più economica per poter reagire con tempi veloci, ha però sottolineato che non sembra essere la strategia seguita dai campioni.

Un lavoro di Alain del ‘79 dimostra infatti che i campioni in generale non adottano la strategia di prevedere un numero limitato di azioni dell’avversario, ad eccezione dei casi in cui l’esperienza li porti a concludere che soltanto poche e specifiche azioni sono altamente probabili. Il processo motorio responsabile dell’esecuzione della risposta, cioè il movimento in sé; è questo l’aspetto più “fisico” della prestazione sportiva e da quello sul quale si misura il tempo di movimento. In questo stadio troviamo l’importanza dello stato fisico, della preparazione e dell’allenamento del pugile.

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