I Pugili di vertice si distinguono per la loro preparazione mentale, l’approccio mentale corretto alla gara , non soltanto dalla preparazione tecnico tattica , anche dalla capacità che essi hanno nel superarsi in gara.
Proprio durante il match essi sono capaci di entrare in quello che si definisce “stato flow”. Considerano una gara una sfida.
Nello stato Flow non esiste nessun conflitto fra l’atleta e la situazione di gara .Si produce una concentrazione e focalizzazione fra tutte e due le forze e un solo obbiettivo :Raggiungere la migliore prestazione , eliminando tutti i fattori che la disturbano . La conseguenza è l’aumento improvviso della prestazione , perché non sono necessari ulteriori sforzi che altrimenti dovrebbero essere fatti per l’organizzazione e la coordinazione delle interazioni tra le componenti di questo sistema (cfr. Zsheliaskova-Koynova2003,50)
Flow, o “stato di esperienza ottimale”. All’interno dei peak moments, il Flow rappresenta la modalità privilegiata per comprendere l’eccellenza della prestazione: concentrarsi su di esso e sulle condizioni che ne sono alla base, consente di delineare un modello di ottimizzazione della performance, ispirato alla tecnologia del rendimento psicofisico, che vede nella preparazione mentale dell’atleta e nella formazione psicologica del tecnico i suoi due punti cardine. Per avere un’esperienza ottimale si deve raggiungere un flusso continuo di attenzione concentrata, quindi, un’esperienza è percepita ottimale da un soggetto quando la sua attenzione è completamente assorbita dal compito che sta svolgendo. Il Flow (Csikszentmihalyi, 1990) è un’esperienza piacevole, durante la quale si perde la cognizione del tempo e tutto ciò che non attiene al compito sembra svanire. Generalmente questa sensazione è facile da ottenere con compiti o attività molto stimolanti, ma può diventare difficile ottenerla in mancanza di stimolazioni o quando sono presenti delle distrazioni. In questi casi è necessario uno sforzo volontario per mantenere un livello attentivo sufficiente allo svolgimento del compito. La caratteristica principale del Flow è la sensazione di gioia spontanea, addirittura di esaltazione. È per questo che durante lo stato di Flow l’individuo si sente estremamente bene, si tratta di un premio senza eguali. In questi momenti gli individui si identificano sino in fondo con ciò che stanno facendo, l’attenzione è indirizzata verso il compito, il conscio è uguale all’agire. Il Flow è uno stato di autodimenticanza, nello stato di Flow, gli individui sono talmente coinvolti dal compito che stanno compiendo, da perdere la consapevolezza di se stessi, dimenticando i piccoli problemi, la salute, i conti da pagare, addirittura i successi nella vita quotidiana. Nei momenti di Flow l’Ego non c’è. È paradossale, ma nello stato di Flow, gli individui esprimono un controllo estremamente forte su ciò che stanno facendo, le loro reazioni sono in armonia con i cambiamenti e le esigenze del compito, fino nei minimi dettagli. Contrariamente alla tensione emotiva, il flow è uno stato che permette l’ispirazione, una leggera estasi. L’estasi deriva dalla concentrazione che è la condizione base per lo stato di Flow. Durante il Flow, il cervello è tranquillo, le stimolazioni e le inibizioni dei processi nervosi sono in concordanza con le necessità del momento. Il bisogno dello stato di Flow crescerà assieme al perfezionamento dell’abilità, perché il Flow si presenta nella zona nella quale gli individui sono ispirati ad esprimere completamente il proprio talento. Chi raggiunge risultati straordinari ha sviluppato uno dei talenti più preziosi
Negli atleti di vertice la situazione di stress della gara e dello stato di Flow che essa produce consentono di utilizzare le riserve nascoste dell’organismo o della mente , permettendo così di raggiungere o superare i limiti individuali della capacità di prestazione