L’importanza della forza esplosiva nel pugilato
Lo sviluppo della Fmax è una tappa non fine a se stessa nell’ambito della programmazione di un
lavoro rivolto al potenziamento delle qualità neuromuscolari, ma rappresenta un investimento di
risorse biologiche su cui porre le basi di un più ampio rendimento della capacità di FE.
Tornando a quella che è la prestazione pugilistica, bisogna ricordare che, in linea teorica, ogni
azione (colpi, combinazione di colpi, spostamenti, ecc.) che il pugile compie sul ring e, quindi,
anche in allenamento di fronte allo sparring o al sacco, deve essere eseguito proprio manifestando le
doti esplosive di cui si dispone.
Un colpo esplosivo (e, quindi, rapido) che manifesta tutta la sua potenza nell’impatto, non solo
ha più possibilità di giungere a bersaglio (aumentando il punteggio a favore del pugile che
colpisce), ma mette il pugile nella condizione di rientrare in brevissimo tempo nella posizione di
guardia.
Inoltre, se anche il colpo esplosivo così portato dovesse giungere sulla guardia avversaria
potrebbe avere, comunque, sul nostro avversario effetti negativi:
– dal punto di vista fisico, perché i colpi accusati, anche se non sul volto, provocano dolore e possono causare traumi
dal punto di vista psicologico, perché l’avversario percepisce l’efficacia delle nostre azioni
d’attacco (il messaggio tra le righe è che non può distrarsi: i nostri colpi sono tutti
potenzialmente da ko), contribuendo ad aumentarne l’ansia e, quindi, l’attivazione.