Alcune ricerche di Meltzoff (Meltzoff & Moore, 1997; Meltzoff & Prinz, 2002)
mostrano come già dopo poche ore di vita il neonato sia in grado di imitare
alcune espressioni del viso del ricercatore evidenziando un comportamento
imitativo innato.
Applicata, in un contesto pratico, questa naturale predisposizione,
il presente elaborato si prefigge di delineare, seppur nei limiti , alcune metodologie didattiche per l’insegnamento della tecnica motoria in ambito sportivo.
L’apprendimento della tecnica motoria sarebbe la base di una piramide il cui vertice può sfociare nel professionismo dello sport o più semplicemente nell’acquisizione di un bagaglio motorio utile ad affrontare le normali attività sociali quotidiane.
La mancanza di spazi e tempi riservati al gioco libero dei bambini, in cui un tempo era possibile sviluppare la propria competenza motoria, sono stati oggi, surrogati da attività codificate che prendono il nome di attività sportive.
La mancanza delle esperienze motorie porterebbe ad un restringimento del
patrimonio motorio.
E’ in questo contesto che si dovrebbero pensare interventi mirati e didatticamente appropriati tesi allo sviluppo equilibrato delle capacità motorie.
Il presente lavoro non ha la presunzione di esaurire l’enorme complessità riguardo
l’apprendimento motorio ma, più modestamente, di proporre una serie di
“consigli” basati sulle recenti scoperte sul funzionamento del cervello.
dipendono
dalla conoscenza della disposizione del corpo nello spazio, dall’obiettivo
dell’azione, dalla selezione di un piano per raggiungere l’obiettivo, dalla memoria
ed infine dalla programmazione dei singoli movimenti.
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