L’atleta ben allenato alla resistenza possiede una maggiore capacità di fare fronte allo stress , sopportare meglio gli insuccessi. Diminuisce anche la possibilità di errori e aumenta quella della percezione reattiva sulle prese di decisione.
La stanchezza porta a comportamenti tatticamente errati . l’atleta allenato migliora le sue difese immunitarie , riduce l’insorgere di traumi .
Malgrado i molteplici vantaggi di una resistenza ben sviluppata occorre tenere in considerazione che : lo scopo di un’atleta non deve essere lo sviluppo massimo della resistenza , ma in base alle specifiche dello sport praticato , un eccesso di allenamento per la resistenza porta a trascurare altri fattori determinanti per la prestazione .
Per esempio rapidità e forza possono diminuire .
Sopratutto un eccesso di allenamento alla resistenza alla rapidità , porta alla diminuzione a quella di base e parallelamente alla capacità di recupero, che in casi estremi si manifesta in superallenamento .
Come noto l’uomo possiede due tipi di fibre muscolari STe FT , normalmente nella misura del 50% e essa è geneticamente determinata . I talenti che eccellono negli sport di resistenza posseggono un numero maggiore di FT al contrario quelli che hanno maggior percentuale di ST saranno più predisposti per sport di rapidità.
Gli atleti di resistenza di classe mondiale possono arrivare al 90% ST della muscolatura , esso è anche un presupposto essenziale per un massimo consumo d’ossigeno VO2max . Attraverso un allenamento pluriennale della resistenza si produce una trasformazione irreversibile delle fibre FT in ST e quindi un aumento della capacità aerobica .
Un particolare vantaggio del fibre ST è dato dalla maggiore capacità nello smaltimento del lattato.