Forse pochissimi dei praticanti diventeranno grandi pugili, sicuramente molti saranno degli uomini migliori
Il confronto obbliga la mente a muoversi , una didattica dello sport basata essenzialmente sulla ripetizione del gesto, affronta il movimento solo dal punto di vista biomeccanico esistono altri modelli che affrontano il movimento attraverso altri concetti , come la comunicazione , relazione adottando il paradigma della complessità .
L’atto motorio è infatti un elemento complesso che non può essere semplificato e ridotto al solo addestramento sulla tecnica.
Se poniamo un qualsiasi problema ai nostri atleti indicando loro l’obiettivo, l’esecuzione dell’azione può essere auto valutata in relazione al risultato per quella per quel la situazione.
Lo stesso compito con caratteristiche identiche contro un avversario di abilità e forza diversa ha una difficoltà diversa.
Ciò influisce notevolmente sulla situazione.
Quindi, indipendentemente dalla caratterizzazione generale della situazione
qualsiasi atleta di disciplina situazionale è costretto a percepire le condizioni dell’azione che esistono oggettivamente e a valutarle in riferimento all’obiettivo da raggiungere.
La valutazione ha sempre caratteristiche sia cognitive che emotive.
Perciò occorrono informazioni su: la posizione del proprio corpo in relazione all’ambiente (ring) all’avversario
esistono poi da considerare altre condizioni che definiscono la situazione: il regolamento, le modalità di svolgimento della gara , gli Albiti , il commissario , le condizioni dell’impianto, gli spettatori … tutte caratteristiche che possono influenzare il match definite “variabili di contesto”
influenzano sempre l’agire dell’atleta a seconda di come vengono percepiti, ma soprattutto di come vengono valutati.
Bibliografia