Ogni atleta presenta un suo stato ottimale di eccitazione (attivazione), che va adattato secondo la struttura della sua personalità (sicuro/insicuro di sé; fortemente motivato/apatico; sicuro di vincere/intimorito e così via di seguito).
Solo l’atleta che comprende i propri errori e ne ricava un insegnamento può, determinandone i comportamenti conseguenti, riuscire a migliorare la sua capacità di prestazione sportiva
Uno strumento importante per la formazione del top della forma durante la preparazione immediata alla gara è rappresentato da gare con carattere preparatorio. rappresentano un importante mezzo di preparazione nella tappa della preparazione immediata alla gara e sono indispensabili, per risolvere i più diversi problemi dell’allenamento.
Assumono il carattere di gare di controllo e di prova per determinare il livello dei singoli fattori che sono rilevanti per la prestazione, servono a stabilizzare la tecnica e la concezione tattica della gara, sono fondamentali per la formazione della prestazione complessa di gara e per l’adattamento al ritmo che ci si deve attendere in gara. Queste gare di carattere preparatorio costituiscono una componente chiave dell’allenamento e, quindi, vanno programmate partendo da esso” .
Infatti, l’atleta deve predisporsi alla gara non solo dal punto di vista fisico e tecnico-tattico, ma anche mentale.
La preparazione psichica dell’atleta può anch’essa essere suddivisa in preparazione a breve, medio e lungo termine. In quest’ultima vengono sviluppati atteggiamenti che hanno rilevanza perla prestazione e qualità mentali utili in allena mento e in gara.
Il rapporto ottimale per la prestazione di gara tra noradrenalina/adrenalina è da 6: 1 fino a 3: 1; mentre per la prestazione di allenamento vengono ritenuti positivi valori da 4: 1 a 7: 1. Se esiste un rapporto inferiore a 2: 11 lo stato di tensione interna troppo elevato produce un fallimento in gara (cfr. Jonath 1987, 138). Se si vuole evitare un rapporto tra gli ormoni dello stress che abbia gli effetti sfavorevoli ai quali abbiamo fatto riferimento più sopra, in allenamento si dovrebbe cercare di raggiungere rapporti che siano vicini a quelli che si producono in condizioni competitive. Solo così si riesce a fare in modo che, durante la gara, la qualità dell’esecuzione dei movimenti appresi e automatizzati in allenamento sia la stessa e che, a causa di “rapporti ormonali”non usuali, vi sia un accumulo di errori tecnico-tattici
Sull’ansia e l’apatia
pre-gara si può influire notevolmente assumendo misure di carattere metodologico. Da unlato, lo si può fare attraverso un riscaldamento adattato alla tipologia dell’atleta, dall’altro assumendo un atteggiamento positivo di disponibilità verso la prestazione.
Esempio di un riscaldamento corretto e psicoregolatorio:
se l’atleta è eccessivamente eccitato, allora il suo tasso adrenalinico, che è l’espressione
di un’eccessiva attivazione psichica, aumenta: il quoziente noradrenalina-adrenalina, quindi, è nega-attivamente troppo basso. In questo caso, per migliorarlo si consiglia di eseguire un riscaldamento lungo e tranquillo – aumentando così il tasso di noradrenalina, indice dello stress fisico – in modo tale che il quoziente venga innalzato
fino a un valore positivo per la competizione
Al contrario, se l’atleta invece è apatico, allora si deve ricorrere a un riscaldamento “stimolante”,
breve e intenso, teso a rendere l’atleta più
“aggressivo”, che è la strada giusta per arrivare
a un quoziente positivo per la gara.
Quale sia il corretto valore per un determinato
atleta può essere accertato con precisione solo con
metodologie di valutazione funzionale, cioè attraverso
le relative misurazioni ormonali, ma – con
un po’ di esperienza – ci si può servire anche della
valutazione soggettiva da parte degli stessi atleti.
Per assumere un atteggiamento positivo di disponibilità
verso la gara, si rende necessaria un’azione
educativa a lunga scadenza e finalizzata,
tesa a influire sull’atleta. Tale azione si riferisce
soprattutto a:
• la formazione di motivazioni;
• l’educazione dell’atleta all’autonomia;
• la convinzione dell’atleta di trovarsi in uno
stato di preparazione buono e di poter tenere
testa a qualsiasi avversario;
• la capacità dell’atleta di riuscire a valutare
correttamente se stesso e l’avversario e di
non essere né troppo sicuro di sé, né troppo
ansioso (cfr. AA. VV. 1982, 116).
Prima della gara, occorre fare attenzione a che vi
sia il tempo sufficiente per prepararsi, immediatamente
prima del suo inizio. Nel lavoro di riscaldamento,
come è già stato detto, gli atleti eccessivamente
febbrili devono prepararsi in modo sufficientemente
tranquillo, mentre quelli con un forte stato
di apatia devono prepararsi in modo più intensivo
rispetto agli atleti che presentano uno normale
stato pre-gara (dr. anche Martens et al. 1990).