Un metodo per lo sviluppo della FE su cui è utile soffermare la nostra attenzione è quello d’urto pliometrico
(si manifesta con una rapida inversione in contrazione eccentrica sfruttando l’energia elastica accumulata nel primo tempo di contrazione )
La funzione principale degli esercizi pleometrici è quella di stimolare le proprietà
neuromuscolari, provocando sollecitazioni in cui si sviluppano, in tempi brevissimi, elevatissimi livelli di forza, che vengono manifestati ad altissima velocità
Il metodo d’urto è una forma specifica di preparazione della forza, diretta allo sviluppo della sua manifestazione esplosiva e della capacità reattiva dell’apparato neuromuscolare (da rivolgere agli atleti maturi).
Le esercitazioni pliometriche si basano:
o sullo sfruttamento positivo delle proprietà elastiche del muscolo che, in seguito ad una
contrazione eccentrica repentina (prestiramento), può accumulare, transitoriamente, energia cinetica (negli elementi in serie); questa energia viene riutilizzata se alla fase eccentrica segue, in tempi brevissimi, una fase concentrica (contrazione volontaria)
sul potenziamento dei riflessi da stiramento, attraverso le afferenze dei fusi muscolari; in
questo caso il prestiramento innesca la comparsa di riflessi (miotatici) che possono
incrementare la prestazione muscolare se la successiva contrazione concentrica avviene nel più breve tempo possibile, così da creare l’accoppiamento dello stimolo nervoso riflesso con quello volontario..
– la velocità dei movimenti
– la rapidità del passaggio dallo stato di riposo muscolare all’attività muscolare
– la rapidità di passaggio dal lavoro muscolare eccentrico a quello concentrico (dallo stiramento alla contrazione muscolare).
In questo metodo, lo stiramento meccanico esterno per l’attività muscolare, non è causato tanto dal peso del sovraccarico e dalla sua forza d’inerzia, quanto dall’energia cinetica accumulata nell’attrezzo o nel corpo dell’atleta durante la caduta libera da una certa altezza. Uno stiramento brusco (d’urto) dei muscoli durante l’attività d’arresto dell’attrezzo (o del corpo dell’atleta) che cade da una certa altezza, rappresenta un fattore di stimolo che aumenta la velocità
della successiva contrazione muscolare e diminuisce la durata della fase di passaggio dal lavoro eccentrico al lavoro concentrico.
il numero delle ripetizioni che, in ogni caso, deve essere individuale e determinabile dalla
qualità di esecuzione della spinta verso l’alto e dall’altezza di volo (dell’attrezzo o del corpo dell’atleta) conseguente. Il ritardo nel passaggio dalla fase eccentrica alla spinta verso l’alto e la diminuzione dell’altezza di volo (non deve essere superiore al 10%) sono segnali chiari che occorre porre fine all’esercizio. Indicativamente, 10 ripetizioni .
dosaggio ottimale è di quattro serie. durata della pausa di recupero tra le serie (soggettiva) viene determinata basandosi sullo stato funzionale dell’atleta. La serie successiva deve iniziare solo quando l’atleta è nuovamente in grado di esprimere FE ai massimi livelli oppure, in ogni caso, ad un livello non inferiore al 90% della sua massima capacità. Di regola, sono sufficienti 3/5 minuti
Il numero delle sedute settimanali di allenamento è pari a 2/3. Due sedute settimanali di
allenamento sono ben sopportate anche da atleti di media qualificazione. Un carico di questo volume può essere combinato molto bene con altri carichi di forza garantendo, così, un elevato effetto allenante della preparazione speciale di forza.
(occorre far trascorrere, tra le esercitazioni pliometriche e la data della gara, almeno tre o quattro giorni
metodo d’urto è controindicato quando:
– l’atleta non è guarito completamente da infortuni dei muscoli, delle articolazioni, dei legamenti e dei tendini
– l’atleta è affaticato dal carico di lavoro precedente
– l’atleta è caratterizzato da uno stato cronico di super allenamento
E’ sconsigliato:
– nelle prime tappe della preparazione pluriennale
– nella tappa iniziale dell’allenamento annuale
– nella tappa di perfezionamento, approfondimento della tecnica dell’esercizio di gara
– nella tappa di preparazione della velocità, in cui si richiede un elevato livello di capacità
specifica di lavoro dell’apparato neuromuscolare
– alla vigilia delle gare
– quando l’atleta non possiede una tecnica razionale di esecuzione degli esercizi
bibliografia